Pagelle Gp Malesia: la tigre Sebastian graffia le Mercedes

La fantastica gara di Vettel e della Ferrari scombussola i piani di vittoria della Mercedes e rappresenta forse il preambolo di qualcosa di veramente importante. Hamilton e Rosberg stanati, gran rimonta di Raikkonen. Verstappen c’è, altro che minore età…

GP MALESIA F1/2015

Sebastian Vettel 10 e lode Altro che Sandokan; la vera “Tigre di Mompracem” è lui, il tedeschino dall’occhio vispo e il sorriso contagioso, che esalta, incanta e commuove. La seconda posizione su asfalto bagnato (giro pazzesco) è il prologo di un capolavoro ch’era già scritto nel firmamento. Il destino è una chioccia che ha previsto tutto, che t’ha cullato e cresciuto perché qui dovevi arrivare, ad anelare un Rosso che è marchio impresso nel cuore e nella pelle. La testimonianza è in quel piede così fatato da sposarsi perfettamente con la sua SF15-T “Eva“, in quei sorpassi di classe e tempra che scalzano via la Mercedes dalla vetta e spazzano via gli incubi. E’ l’alba di un qualcosa di meraviglioso, di un ritorno ad ancestrali e romantiche origini, a quell’inno tedesco che “apre” il Mameli come dolce abitudine. Quarantesima vittoria in carriera, primo assolo in Ferrari. AI PIEDI DI SEB

Lewis Hamilton 8,5 La fa facile e la mette sulla sportività, con frasi del genere “Ma si, che sarà mai, dopotutto è bello lottare con la Ferrari, ci rifaremo” ecc…Un fair play da campione, velatamente ipocrita, che nasconde tanta delusione. Lo sguardo perso sul podio tradisce stupore, il nervosismo trapela da comunicazioni via radio a dir poco concitate. Lewis venerdì teme la Ferrari, sabato la batte di un pelo, domenica la vede volare. Il secondo posto è un gancio dritto all’autostima, di quelli che fanno male; farsi scappare il secondo Gp della stagione dopo aver dichiarato di voler dominare il mondiale è un brutto colpo. E poi, nonostante il suo talento, non riesce mai veramente ad impensierire Vettel. STORDITO

Nico Rosberg 7,5 Alla fine di positivo c’è il secondo podio di fila, in un fine settimana da nobile comparsa, ancora lontano parente del combattente ammirato fino alle ultime gare del 2014. Nico sta attraversando un periodo di leggera involuzione, l’impressione è quella di un pilota che “l’ha data su”, che ha un po’ mollato, accontentandosi del ruolo di Berger dei poveri, altro che duello alla Senna e Prost. E poi una Ferrari così veloce deve averlo inorgoglito, visto che si augurava una Rossa all’altezza sin da Melbourne. Detto fatto: almeno un futuro da quotista per un’agenzia di scommesse è assicurato. REMISSIVO

Kimi Raikkonen 9 Mezzo voto in meno perché spreca molto – se non tutto – sabato, un po’ perché si scoraggia negli scarichi di Ericsson, un po’ a causa della squadra e un po’ perché non è reattivo. Con una monoposto così efficiente è un peccato partire dietro. Poi ci si mette la sfiga, quella si che è puntuale. La foratura è matematica nel caos del primo giro (contatto con Nasr). La safety lo aiuta, ma il resto ce lo mette tutto lui con una corsa da urlo: due stint capolavoro con progressioni di giri velocissimi, tanto da essere per larghi tratti il più veloce in pista. Kimi è un martello pneumatico che risale dall’ultimo posto al quarto, sfruttando appieno le gomme ed un ottima strategia del muretto, che gli permette di spiegare le vele e navigare libero verso una medaglia di legno più dolce che mai. GARONE

Valtteri Bottas 7 Tornato in pista dopo aver curato il mal di schiena, il finnico si dice soddisfatto del quinto posto e gode – non poco – per aver sorpassato il compagno Massa nelle ultime tornate del Gran premio. Eppure è un risultato da amaro in bocca, per una Williams che ha beccato un minuto e dieci secondi di distacco dalla Ferrari. Valtteri quantomeno ci dà dentro e recupera posizioni dopo una pessima partenza dall’ottava casella. PIMPANTE

Felipe Massa 6,5 Più realista del collega di box, si dice contento per i tifosi della Ferrari, un po’ meno per lui, considerando che la grande esperienza gli fa capire quanto la Williams stia deludendo le attese. La sua è una gara onesta, regolare, con uno spunto d’orgoglio contro la Mercedes di Rosberg. Durante il secondo pit-stop i meccanici patiscono l’ormai cronico problema con la posteriore destra che non si sfila, facendogli perdere tre secondi, fatali nel successivo confronto con Bottas. PIAZZATO

Max Verstappen 9 Sesto in qualifica con condizioni meteo avverse, settimo in una Sepang affrontata da veterano, che poi fa sorridere considerando non solo che è esordiente, ma anche minorenne. Mai una sbavatura, sempre concentrato, si toglie anche il lusso di sorpassare il “capitano” Ricciardo. Il record del più giovane pilota a conquistare punti in F1 è suo per sempre (la FIA ha infatti vietato agli infradiciottenni la massima categoria), ma a colpire di più è l’innata velocità del ragazzo e la capacità di apprendimento. FIGLIO DI JOS? NO, DEL VENTO

Carlos Sainz 8 Non sfigura nemmeno l’altro figlio d’arte della STR, questo Sainz jr capace di rimontare dalla quindicesima all’ottava posizione con una difficilissima strategia a due soste, che ne ha messo a dura prova tenuta mentale e costanza. Sotto la bandiera a scacchi è raggiante, definendola una delle gare più difficili mai affrontate. Certamente è una conferma importante dopo i punti conquistati a Melbourne. RAGAZZI TERRIBILI

Daniil Jvyat 6,5 Il russo era già sotto la luce dei riflettori del temibile Marko dopo le brutte qualifiche del Gp di Australia. Si redime agli occhi dei vertici bibitari con una gara combattiva, gagliarda, dove ci dà dentro senza risparmiarsi. Forse anche troppo, quando si infila per superare Ricciardo e vola in testacoda stile go kart contro Hulkenberg. UN PO’ DI SHOW

Daniel Ricciardo 5,5 Non fa un grande effetto vedere l’uomo che l’anno scorso era quasi in lotta per la corona iridata sgomitare (prendendole) dai fratelli minori del vivaio Red Bull. E’ DURISSIMA

Romain Grosjean 6 Undicesimo al traguardo, perde una posizione rispetto alla partenza, ma lotta come al suo solito senza risparmiarsi. Bagarre costante di 56 giri, mandato senza colpe in testacosa da Perez, sfiora la zona punti ma ancora nada per Enstone.  VOLITIVO

Felipe Nasr 4,5 Si fa notare solo per l’improvvido contatto con Kimi Raikkonen, quando in partenza buca la gomma al finlandese. Per il resto un fine settimana da lasciarsi alle spalle, passato a litigare con una Sauber a sua detta “ingovernabile“. HA DELUSO

Sergio Perez e Nico Hulkenberg 5 La gara della Force India in Malesia è tutta racchiusa nello sguardo sbigottito del vice team principal Bob Fernley al muretto (del pianto). Hulk e Checo ci provano, folle tenerli in pista con la vettura che mangia le gomme in pochi giri, facendoli scivolare dopo la neutralizzazione quasi in fondo al gruppo. Gara rovinata per entrambi da penalità leggermente severe (per aver mandato in testacoda rispettivamente Grosjean e Kvyat). I contatti di gara ormai non esistono più. POOR INDIA

Fernando Alonso 8 A parte il fatto che ama sostenere che va tutto a meraviglia, quando un mese fa ci stava lasciando le penne probabilmente per una scossa e guida una vettura che ricorda molto da vicino quei servizi igienici tanto cari a noi italiani e poco ai francesi, per quanto riguarda il pilotaggio siamo su livelli eccelsi. Riesce a entrare in zona punti con la McLaren (finché la PU dura, poi il ritiro è inevitabile), correndo quasi alla pari con Force India e Red Bull. Quando abbassa la visiera è disumano. LEONE

Jenson Button 7 Si toglie lo sfizio di battere Alonso in qualifica, ma in gara risulta meno efficiente del mastino asturiano. Anche lui costretto al ritiro per non disintegrare la fragilissima MP4-30. RESPECT

Marcus Ericsson 4,5 Soprendente in qualifica sull’acqua, dove riesce a portare la Sauber in quinta fila. Pollo allo spiedo in  gara, quando nei primi giri decide di auto eliminarsi con il più stupido dei testacoda. Lungo in staccata e sovrasterzo nel vano tentativo di curvare troppo tardi per lui, ma non per la Ferrari: è la safety car causata da lui a dare il “la” all’impresa Rossa. UN PIACERE AL MOTORISTA

Pastor Maldonado 4 Il classico calvario alla Maldonado: parte male, buca una gomma subito perché guida come un cavallo pazzo, non mantiene il tempo limite di percorrenza sotto bandiere gialle e viene anche penalizzato. Ovviamente si ritira per un guasto ai freni. NON SI FA MANCARE NULLA

Roberto Mehri 6 Carneade dal ciuffo fonato, corre in una categoria a parte, qualificandosi oltre il 107% e vedendo la bandiera a scacchi doppiato di tre giri, che in un circuito lungo come quello di Sepang sono tanta roba. Ma un pilota va giudicato per il materiale che ha a disposizione, e Roberto il suo lo fa. CHI VA PIANO VA SANO E VA LONTANO 

Bernie Ecclestone 4 Sta facendo una guerra a Mercedes e Todt che non porterà a nulla se non ad inasprire rapporti già tesi tra alcuni team. Scelta politica discutibili, farebbe prima ad ammettere che vuole vendere il giocattolo a Mateschitz. Almeno sarebbe più credibile. IL SOLITO

Maurizio Arrivabene 8 Genuino, spontaneo, severo, ma al contempo paterno. Si fa adorare dai tifosi per l’attaccamento alla causa, è stimato da Vettel con cui è gia nato un idillio, riesce a spronare Raikkonen senza farlo abbattare. Sa fare questo lavoro, Marchionne ha scelto l’uomo giusto. E poi quel tono da figo che si deve dare per non mostrare debolezza è epico: “A me non tremano le mani, abbiamo vinto solo una gara”. Mente, ma deve farlo, perché ha enormi responsabilità. Cade a pennello il soprannome di Leo Turrini. IRON MAURI

 

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