Cina, le pagelle: Kung-fu Hamilton, la Ferrari morde il freno…

Gara a quattro quella andata in scena in Cina: Hamilton e Rosberg dominano, ma dietro a Mercedes e Ferrari sembra esserci il voto pneumatico…

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Lewis Hamilton 10 Look da rapper demodè (voto 2 all’inguardabile collanona d’oro sventolata nel paddock) e atteggiamento da duro. Hamilton ha abdicato a quella figura da bravo ragazzo accomodante e ha iniziato a prendere di petto Nico, demolendolo dentro e fuori l’abitacolo. Impeccabile per tutto il fine settimana, sempre in controllo della gara con una sicurezza quadi intimidatoria rispetto ai rivali. Il pilota che spiattellava le gomme in frenata è un ricordo di gioventù; questo Lewis è talmente maturo da decidere per se e (chissà…) per gli altri, “leggendo” la gara e gestendo gomme e macchina a proprio piacimento. MACHIAVELLICO

Nico Rosberg 7 Così facendo il poliglotta biondino rischia di diventare seriamente la caricatura di se stesso. E’ un peccato, perché Rosberg ha disputato un 2014 da urlo, dove era stato per buona parte più astuto e malizioso di Hamilton. Ancora oggi dimostra di essere un pilota veloce, basti vedere la pole mancata per soli quattro centesimi. Nico però sta perdendo il confronto casalingo anche (e soprattutto) a livello mentale. Quasi imbarazzante in conferenza stampa, dove scatena una polemica stravagante e gratuita, quando nella realtà dei fatti è lui a lasciare sempre il gioco in mano ad Hamilton, senza attaccarlo mai seriamente. ESAURIMENTO NERVOSO?

Sebastian Vettel 8 Stavolta non fa miracoli, ma è sempre “sul pezzo” quando si tratta di ottimizzare il buon potenziale della SF15-T. La grandezza di Seb sta anche in questo, restare freddo e concentrato quando conta: la seconda fila in qualifica e il podio in gara, provando a mettere pressione ai mostri davanti quando dispone delle coperture gialle, ma intuendo – saggiamente – di poter far ben poco con le “medium”, in una Shanghai dalla temperatura troppo mite per fare sogni proibiti…. SOLIDO

Kimi Raikkonen 8 Tiratona d’orecchie per l’errore in qualifica al quale rimedia con una grande partenza (scavalca in quattro curve le incredule Williams) che scalda il muretto rosso e lo esalta non poco, visto che tutta la gara è corsa con piglio e ritmo d’attacco. Purtroppo per lui – e con la massima serenità possibile nel dirlo – la Ferrari gli tarpa un po’ le ali al momento del secondo pit-stop, preferendo adottare una tattica salomonicamente conservativa. Qualche doppiato di troppo e la safety car gli impediscono di provare a tirare lo scherzo del secolo a Seb. CI HA FATTO DIVERTIRE

Felipe Massa 8 Quarto in qualifica e quinto sotto la bandiera a scacchi, più veloce del compagno al quale restituisce in pista lo sgarbo malese. La Williams attualmente è la terza forza in solitaria e il folletto di San Paolo fa appieno il suo dovere. Di più era impossibile fare. PRECISO

Valtteri Bottas 6,5 Teoricamente il 77 finnico dovrebbe essere tra i due piloti Williams l’astro nascente, quello più veloce e talentuoso. Invece in Cina la palla non la “vede mai”, nascosta com’è dai giochetti brasiliani del “vecchio” Felipe. Il sesto posto è la posizione da minimo sindacale con questa monoposto. REGOLARE

Romain Grosjean 7,5 Torna dopo quasi un anno di assenza (Monaco 2014 l’ultima volta) in zona punti, portando a casa un settimo posto che per la Lotus attuale, spinta da un gran motore ma carente nel telaio, è un risultato importante. Inutile dire che tra lui e quel folle di Maldonado non c’è davvero storia. GARA MATURA

Felipe Nasr 7 “Valeu Felipe“; salutato in patria con crescente entusiasmo, Nasr mette insieme la seconda prova di carattere dopo quella del debutto Aussie, qualificandosi nono e chiudendo il GP in ottava posizione, e le quotazioni di questo pilotino molto tecnico sono in rapida ascesa…TENIAMOLO D’OCCHIO

Daniel Ricciardo 5,5 Vai Daniel, fa’ come nel noto film, “metti la cera, togli la cera” che tradotto nel gergo di Shanghai diventa “sorpassa e vieni sorpassato” tanto,  troppo, per paragonarlo in qualche modo al pilota dello scorso anno. Ma la Red Bull RB11 è una delusione e lui la asseconda con relativa imprecisione e nervosismo. Fa quasi tristezza vederlo sudare sette camicie per superar Ericsson. GUIDA MALUCCIO

Marcus Ericsson 6 Dispone di una buona vettura, la sorprendente C34, dotata di un signor motore. Lui non vale Nasr, però non è nemmeno quel passeggero con la valigia che molti temevano. Finire decimo, in zona punti, è comunque un buon risultato. ECONOMICO ED EFFICIENTE: IKEA DRIVER

Max Verstappen 8,5 Bisogna solo togliersi il cappello davanti a questo imberbe giovincello cresiciuto a “pane e pistoni”. Più veloce in qualifica rispetto al team mate, in gara è una piccola iradiddio che sorpassa e incanta, risalendo con una STR piena zeppa di problemi (al motore, of course) fino all’ottavo posto. Poi il suo Renault V6 lo abbandona facendo un rumore degno di un go-kart che grippa, ma resta la prestazione monstre. PROGRAMMATO PER DIVENTARE CAMPIONE

Sergio Perez 6 La Force India sta crollando e poco conta che Checo stavolta corre in modo pimpante e vivo. Stesso discorso per Nico Hulkenberg (6) che saluta la compagnia per un guasto al motore dopo soli dieci giri… SENZA “FORCE”

Fernando Alonso 6 Accerchiato, solo contro tutti, al centro di una surreale ed inspiegabile polemica mediatica con Sky, non c’è pace per Nando che ormai fa parlare di se più per i trascorsi in Ferrari ed una carriera costellata di incomprensioni che per le gesta in pista. Dodicesimo al traguardo, ma conta poco: il viale del tramonto, se la McLaren-Honda non migliora in fretta, potrebbe essere stato intrapresso a passo svelto. SIC TRANSIT GLORIA…

Jenson Button 5 Tutto il fine settimana lo passa davanti ad Alonso, effimera soddisfazione in un mare di difficoltà. Poi però andando con lo zoppo si impara a zoppicare e seguire Maldonado per molti giri lo manda al manicomio; tanto che lo sperona in uno strano gioco di immedesimazioni metateatrali. SINDROME DI STOCCOLMA

Pastor Maldonado 2 Il peggiore, senza ombra di dubbio. Pastor porta una Formula 1, ma non la guida, nel senso letterale dell’espressione. Si rivela a tratti totalmente inadeguato per una disciplina che richiede la massima compostezza e oculatezza di guida. Lui è pilota anche veloce, ma è istintivo, un cavallo pazzo, forse dovrebbe dedicarsi a categorie più rozze. Perché è inammissibile vedere un pilota che si gira in testacoda ogni due e tre, o va lungo all’ingresso dei box (e per poco non investe i commissari!). COSI’ E’ IMPRESENTABILE

Carlos Sainz 4,5 Ha l’attenuante dei vent’anni, ma un testacoda banale, causato da un suo errore, gli pregiudica la gara. Soffre anche un problema al cambio, con un provvido reset che non basta a salvargli la gara. NON HA CONVINTO

Daniil Kvyat 4 Gira poco nelle libere a causa di un brutto guasto ai freni, cosa che lo svantaggia non poco in termini di assetto. Non trova mai il bandolo della matassa, e il ritiro per la rottura (ma va’) del propulsore Renault è la degna fine di una trasferta da dimenticare. DISASTRO

Will Stevens 6,5 e Roberto Merhi 6 Entrambi al traguardo l’uno dietro l’altro, encomiabile lo sforzo di un team povero, a corto di km e con una PU vecchia. L’inglese merita mezzo voto in più per essere stato davanti a Merhi già dalla qualifica, nonostante fosse al vero e proprio esordio. CHI VA MANOR VA SANO E VA LONTANO

Ferrari 8 Solo la Ferrari è capace di riprendersi così velocemente da anni orribili. Solo la Ferrari – per storia e tradizione – può permettersi di puntare questa Mercedes e di storcere il naso per quei diciassette secondi beccati sulle gomme più dure. Ma i tifosi devono essere soddisfatti: rifilare 30″ alla Williams sarebbe stato impensabile in inverno. E il tenore delle dichiarazioni degli uomini in rosso lascia intendere che le sorprese non sono finite… AGGUERRITA

Gp di Cina 6 Sufficiente perché c’è un po’ di lotta vera fino all’ultimo stint e qualche duello nelle retrovie che tiene svegli gli assonnati spettatori europei. Ma è una F1 impoverita, che presenta due scuderie serie (Mercedes e Ferrari) una con meno soldi ma storica (la Williams) e un mare di confusione, tra crisi economica e magnati che non vedono l’ora di “mettere le ali” e andarsene…

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