Renault, Abiteboul risponde al boss Red Bull

A pochi giorni dalla nuova chiamata ai ranghi del patron di Red Bull, Dietrich Mateschitz, che ha minacciato di abbandonare la Formula1 qualora non potesse schierare un team competitivo, spinto da un motore competitivo, il responsabile Renault F1 Cyril Abiteboul chiede supporto. “Anche noi siamo estremamente frustrati dalla situazione. Si tratta di comprendere le rispettive filosofie”.

red bull renault

Le nuove minacce di abbandono del Circus erano arrivate alla vigilia del weekend cinese, ma il disastro delle power unit Renault a Shanghai ha sicuramente contribuito ad esacerbare ulteriormente gli animi tra Red Bull e il motorista Renault. Nonostante la minaccia di abbandono da parte dei Tori, Cyril Abiteboul, responsabile motori di Renault F1, continua a mantenere e a predicare una calma zen, pur ammettendo tutta la criticità del momento.

La tecnologia di un motore non è qualcosa che puoi facilmente analizzare in una domenica sera“, afferma Abiteboul. “Dobbiamo tenere bene a mente quello che succede ogni domenica, certo, ma esiste già un piano ben preciso di quello che vogliamo fare per il resto della stagione. Arriverà una nuova specifica con più potenza, dato che non abbiamo abbastanza potenza. La cosa non farà altro che far crescere il nostro appetito per la vittoria, ma può far crescere le nostre quotazioni? Non ne sono abbastanza sicuro, dato che i motori sono un progetto su cui si lavora nel lungo periodo. Non vogliamo fare passi affrettati“.

Per quanto riguarda le lamentele della Red Bull, Abiteboul offre a Mateschitz il calumet della pace. “Non ci sono problemi di sorta con Red Bull“, sostiene il tecnico. “Ci rendiamo conto che come team hanno grandi ambizioni e che vogliono avere successo. Comprendiamo perfettamente il motivo per cui sono frustrati. Noi non siamo dei semplici fornitori. Siamo gente che va in gara e anche noi siamo estremamente frustrati. Si tratta sostanzialmente di una comprensione reciproca di filosofie e di trovare un supporto vicendevole, piuttosto che cercare di tirar giù l’altra parte. Forse noi dobbiamo valutare il modo in cui lavorano loro, mentre loro devono valutare il modo con cui noi sviluppiamo il motore. Non è un progetto a breve termine, ma possiamo lavorarci sopra insieme“.

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