Se lo stesso Alonso mostra dubbi sull’incidente…

L’incidente di Alonso è un mistero sempre più fitto e le indiscrezioni si moltiplicano dopo l’assenza certa del pilota in Australia

Fernando Alonso e Ron Dennis

Le voci dalla Spagna rimbalzano come sassi, quasi a sconquassare la calma (apparente) del laghetto di Woking. Dall’entourage di Fernando Alonso è trapelata più di una voce, “arrivata” a media iberici di una certa importanza, come El Mundo Deportivo. Il messaggio è abbastanza chiaro: Nando ricorderebbe pian piano sempre più particolari del botto di Montmelò e la sua versione contrasterebbe con quella della McLaren.

Dunque pare tiri – di già? – aria di tempesta tra pilota e squadra. Alonso l’avrebbe presa male, non si fiderebbe degli algidi comunicati della McLaren, addirittura c’è chi teme che lo spagnolo non se la senta di salire in macchina finché il team e la FIA non avranno fatto piena chiarezza su quanto accaduto.

Un Alonso insomma “scosso” – perdonateci il gioco di parole – che si sente già abbandonato dalla sua nuova scuderia. Fernando, sempre stando a quanto riportano i media spagnoli, sarebbe convinto del guasto tecnico e quindi anche dell’ipotesi folgorazione dalla MGU-K, e non avrebbe problemi a preparare la seconda campagna contro Ron Dennis in otto anni. Un bel record, non c’è che dire.

Le voci nell’ambiente d’altronde non si sono mai placate, tutt’altro. L’ex F1 Fabrizio Barbazza si è esposto molto, asserendo che un “uccellino fidato” gli avrebbe assicurato che il pilota di Oviedo avrebbe ricevuto una bella botta di corrente. Ma che la faccenda sia alquanto oscura è assodato; basti pensare allo strano comportamento di Sebastian Vettel, che ha ritrattato la sua prima testimonianza. Il pilota tedesco in un primo momento ha parlato di una manovra strana e inspiegabile, ma dopo un confronto con Dennis nell’hospitality McLaren ha aggiustato il tiro, dicendo di non aver visto poi molto.

Ancora più strane le parole dell’altro testimone oculare, un fotografo piazzato in curva 3, che ha detto che non c’era un vento tanto forte da provocare tali, insolite, conseguenze. E che dire del medico presente ai test, al quale è stato imposto il silenzio da parte della Federazione?

Tanti, troppi, i lati torbidi di una vicenda la cui verità non verrebbe scoperta nemmeno se collaborassero l’intelletto di Sherlock Holmes e l’intuito del nostrano Montalbano. Perché l’omertà è un muro incrollabile e serrato, dove non si intravede luce, ma soltanto sospetti e speculazioni che si sommano tra di loro. Nella fiera dei rumor c’è spazio per tutti, come per la Bild che scrive di un Alonso convinto ferrarista e dall’idioma italiano appena ridestatosi dall’urto, o per chi parla di un malessere del pilota, di medio-grave entità.

La cosa certa è che Alonso non è tipo da mandarle a dire, e che gli echi spagnoli di un disagio tra lui e la McLaren fanno il paio con la sua assenza a Melbourne. Assenza precauzionale, certo, e lo stesso Alonso ha twittato: “Sarà difficile non essere in Australia ma devo ascoltare i medici. Un secondo impatto in tre settimane è un rischio che non posso correre”.  Ma è un tweet amaro, dove si può scorgere anche una mancanza di fiducia verso una vettura giudicata – forse – troppo pericolosa per “rischiare“. Cosa davvero, lo sanno solo i ricordi di Fernando, che continuano a riaffiorare dalla nebbia come pericolosi scogli per una McLaren che naviga poco più che a vista…

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