Domenicali “Sono l’allenatore giusto per la Ferrari”

Ricomincio da tre. No, non il celebre film dell’indimenticabile Troisi ma la ricetta giusta per vincere targata Stefano Domenicali, team principal della Ferrari, che in un’intervista  al noto quotidiano la Repubblica parla a cuore aperto del suo rapporto con la Rossa e indica le tre componenti fondamentali per agguantare nel 2011 quel mondiale accarezzato in un caldo sabato ad Abu Dhabi e gettato via al vento il giorno dopo in una esotica notte da incubo per la Ferrari.

Squadra, piloti, e un’auto veloce sin dall’inizio ecco il segreto per imporre la legge di Maranello e riprendersi quel titolo Piloti che manca dal 2007 “Per vincere un campionato ci vogliono tre cose: piloti  bravi a fare punti, squadra che non faccia errori, un po’ di fortuna al momento giusto. Ma soprattutto ci vuole una buona macchina che ti permetta di minimizzare il peso specifico di ciascuno dei tre elementi”.

Un’auto competitiva prima di tutto; smacco duro da digerire quella Red Bull mezzo secondo avanti, avvicinata a fatica in corso d’opera ma mai pienamente raggiunta. Buona vettura la F10 ma non abbastanza per vincere il mondiale.  Non molto tempo fa il d.t Aldo Costa aveva  promesso una vettura estrema e ai limiti del regolamento per il 2011  e Domenicali non smentisce, l’imperativo quindi è tornare a fare l’andatura “La macchina l’anno scorso era oggettivamente più lenta della Red Bull, quattro decimi in qualifica e un paio di decimi in gara, poi siamo stati bravi a svilupparla ma non è bastato: bisogna  recuperare il gap da subito, essere davanti dalla prima gara. Per fortuna a differenza dell’F60 l’F10 è una buonissima base di partenza su cui lavorare e poi c’è un cambiamento regolamentare che sfrutteremo al massimo, con la fantasia e la ricerca dell’estremo”

Poi servono due piloti entrambi in grado di vincere. Su Alonso le certezze si sprecano, lo spagnolo dopo un anno da condottierto gode del pieno appoggio del team. Nel 2010 però in quanto a competitività ha “marcato visita” Massa, ingiustificato desaparecido, soltanto parente lontano del campione ammirato fino al 2008. Il team principal dal brasiliano si aspetta molto di più “Il pilota sa benissimo che non può permettersi un’altra stagione come questa, Felipe si è lamentato molto perchè cercava giustificazioni, in parte è una caratteristica comune all’area geografica di provenienza, dall’altra invece è frutto di un problema più grande: tutti i piloti, per correre, devono sentirsi i più forti, e quando non riescono ad esserlo, trovano quelle scuse mentali che ognuno di noi si crea quando le cose vanno male. Penso sia stata questa la causa della stagione sbagliata di Felipe. Lavorerà su questo e ne uscirà, vedremo un grande Massa nel 2011.”

Lavorare sulla psicologia dei piloti come su quella degli uomini del team “Il rigore più difficile da tirare è il secondo dopo un errore, ma noi non possiamo più permetterci di sbagliare, abbiamo dimostrato di essere una squadra che non molla mai e non possiamo rovinare tutto”

Deciso, fiducioso, convinto. Domenicali annuncia qualche novità al muretto (forse Pat Fry) che sarà svelata nei prossimi giorni e per nulla intaccato nella sicurezza dalla dolorosa debacle araba sente di essere il team principal adatto alla Scuderia, nonostante abbia pensato anche alle dimissioni a fine mondiale “Dopo la sconfitta che mi ha tolto il sonno per due giorni mi sono chiesto se era giusto o no che rimanessi. Mi è  sembrata una riflessione doverosa, responsabile. Non sono attaccato alla sedia ma sono giunto alla conclusione che dimettermi sarebbe stato un errore. Conosco il team e penso di essere la persona giusta per capitalizzare al meglio tutto il potenziale che abbiamo. So che la percezione della gente è che io sia l’allenatore della Ferrari. Ma un team principal è qualcosa di più. Questa è un’azienda. E io la devo gestire sotto ogni aspetto e non solo sotto quello sportivo, sono più un manager alla Ferguson ed è per questo che in pista e in fabbrica delego molti compiti e ho tante responsabilità. E’  una posizione delicata ma ho sempre sentito la fiducia del presidente e dell’azienda e lavoro ogni giorno per ripagarla”

Lavoro a testa bassa e spirito di gruppo, Stefano è convinto che questa Ferrari abbia costruito nel tempo qualcosa di importante e che presto si vedranno i frutti di tanto lavoro. Crede fermamente nel “gruppo italiano” (lui in primis, e i vari Costa, Marmorini, Baldisserri, Rivola, Stella) che ha preso in mano le redini del team ammazzacampionati di Todt e Brawn. Due mondiali sfiorati (2008 e 2010), un Costruttori vinto (2008), il credito con la fortuna resta aperto “A Maranello in questi anni abbiamo cambiato quasi tutto e sono certo presto vedremo i risultati di tanto lavoro. In questa F1  di “one man show” ne è rimasto uno solo: Adrian Newey Per il resto a tutti i livelli, ci sono squadre con ottimi numeri due coordinate alla perfezione. Quindi penso che la vera sfida sia quella di formare le persone e i gruppi. Solo così si vincerà, aprendo magari un nuovo ciclo”

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