Red Bull in Malesia: misteri e disgrazie!

Questo GP della Malesia è stata un po’ la gara delle sorprese e dei misteri. Protagoniste, nel bene e nel male, anche le due Red Bull, con Webber che ha chiuso al quarto posto (con una prestazione in crescendo) e Vettel (11°) finito subito fuori dalla zona punti, per una serie di sventure: una delle quali si chiama Karthikeyan. Sul podio un raggiante Alonso, su una rediviva Ferrari; un sorprendente Perez e un deluso Hamilton.

Le Red Bull sono sempre più calate nel loro nuovo ruolo di inseguitrici. Ma i tempi stampati da Webber al termine del GP, con serbatoi scarichi e gomme da asciutto, ci fanno capire che sono ancora là in vetta. Dicevamo: sorprese e misteri. Il messicano Sergio è stata un sorpresa, come anche le strabilianti prestazioni della sua Sauber C31, tanto strabilianti che il buon patron Peter si è commosso al traguardo. La Ferrari e la sua prestazione è stata invece un mistero. Imprendibile sul bagnato, tornata sulla terra con fondo asciutto, perennemente nel mirino della più veloce Sauber… ma Alonso ha fatto la differenza. Un altro mistero è Massa. In effetti il mistero non è più tanto il fatto che vada così piano, ma il fatto che rimanga ancora alla Ferrari, che non sa più come giustificarlo. Oggi Perez ha messo forse mezza firma sul suo prossimo contratto in Rosso.

McLaren e Red Bull confermano invece quanto di buono fatto vedere finora. Ma la malasorte li penalizza entrambe. E in entrambi i fatti incriminati la Malasorte di cui sopra si incarna nel “posseduto” di turno: il già citato Karthikeyan. Adesso: qualcuno dovrebbe togliere dalle mani del bimbo ricco il giocattolino chiamato HRT e dirgli, torna a giocare con gli altri bambini ricchi, che qui c’è gente che fa sul serio. Possiamo ancora scusarlo per il contatto contro Button, che ha rovinato la gara di Somerset Boy. Ma a pochi giri dalla fine, a dispetto delle bandiere blu, va a rovinare anche quella di Vettel, che si vede distruggere la gomma posteriore sinistra e finisce fuori dai punti! “In pista c’è qualcuno che non ha gli occhi”, commentano così, col sangue nei propri, sia Horner che lo stesso Vettel, a fine gara, riferendosi chiaramente al pilota indiano della HRT.

Capitolo Red Bull. Alla ripartenza, dopo il lungo stop, i due alfieri RB vengono passati da Alonso, che inizia la sua gara nella gara. Dopo il carosello dei pit stop Vettel è 5°, Webber 7°. Entrambi su Pirelli Cinturato Intermediate, quelle verdi. Al 18esimo giro hanno già più di 10 secondi di distacco dalla lepre Alonso, che vola lì davanti. Lo spagnolo della Ferrari, in questa fase (con pista ancora abbondantemente bagnata), gira molto più veloce sia di Hamilton che di Vettel, rispettivamente terzo e quinto. Tiene il passo di Alonso solo Perez, già secondo. Le Red Bull confermano il proprio tallone d’Achille: perdono molto nei settori veloci e non recuperano abbastanza nei tratti più guidati. Stentano a mandare in temperatura gli pneumatici e non hanno abbastanza grip. Soprattutto con una pista fredda come quella di Sepang quest’oggi. Nei settori veloci Vettel e Webber perdono circa mezzo secondo a giro rispetto ai battistrada.

Al 21° giro Vettel accusa già un ritardo di 17sec rispetto ad Alonso. Poi i tori si svegliano. Vettel passa Rosberg, che sarà presto infilato anche dagli altri inseguitori. Il DRS accende lo spettacolo, soprattutto in fondo al rettilineo dei box. Il gap rispetto al leader della gara, che prima aumentava, adesso si stabilizza. Quindi si riduce all’asciugarsi della pista. Al 41° giro si passa al capitolo successivo: montano tutti le Pirelli Medium da asciutto. Alonso da lepre in fuga, diventa lepre cacciata. Perez ci crede. I due piloti motorizzati Ferrari fanno gara a sè. Dietro, le posizioni sembrano ormai congelate: Hamilton è 3°, Vettel 4°, davanti a Raikkonen e Webber. Ma con le Medium la musica cambia. I due piloti Red Bull girano adesso da 1 a 3 secondi al giro più veloci rispetto ad Alonso. A pista asciutta quindi tornano in campo i valori visti fino a questo punto della stagione. Adesso pochi misteri e poche soprese, eccetto la Sauber. Come detto si ridestano un po’ tutti, dalla terza posizione in poi, ma ormai l’unico a poter impensierire Alonso è il giovane messicano della scuderia elvetica.

I giochi sembrano fatti. Tutta l’attenzione si sposta sui primi due, che promettono scintille. Dietro, le posizioni sembrano abbastanza cristallizzate. Hamilton è terzo con un ritardo di 14 secondi, Vettel è quarto a +18,5, Webber quinto a +21. Horner pensa già ad un 4° e 5° posto per i suoi uomini, niente a che vedere rispetto agli allori 2011, ma sempre un buon piazzamento. Invece, per Vettel, arriva la disgrazia Karthikeyan e patatràc! L’indiano non si fa da parte e ostacola il bi-campione del Mondo, che non sa ormai come mandargliele a dire, non gli basta l’abitacolo per sbracciarsi e tirare fuori tutti gli ombrelli del mondo, sebbene non piovesse più. E’ così costretto a rientrare ai box per cambiare la gomma. Da 4° a 12° d’un colpo. Maldonado (che era 10°) spacca il motore, ma non gli basta ad entrare in zona punti. Chiuderà 11°.

Le parole di Vettel subito dopo l’arrivo, velate d’amara polemica, sono come coltelli. Ma c’è un altro mistero: l’ultimo di giornata. Vettel dice che, fra le altre disgrazie, aveva pure perso il contatto radio col suo muretto. E che gli è stato quindi difficile capire la gara e comportarsi di conseguenza. Ma proprio durante il giro finale, tutto il mondo ha sentito gli uomini della Red Bull, assodato che ormai con Vettel non avrebbero fatto punti, dirgli di rientrare ai box e ritirarsi. Poi ritrattano e gli comunicano di proseguire, poi ancora di fermarsi, poi di finire la gara. Una Babele! Puntavano forse a simulare un ritiro per cambiare qualcosa che altrimenti non avrebbero potuto più toccare fino al prossimo GP, senza incorrere in sanzioni: magari il cambio. Comunque, alla fine, così non è stato… ma la radio funzionava, e come!

Adesso alla Red Bull devono fare i conti con una RB8 da migliorare e con una situazione di classifica che non conoscono. Tra i Piloti il primo è Webber, quarto a 24 punti. Vettel è sesto a 18. In vetta c’è un incredulo Alonso a 35. Nel Costruttori sono secondi con 42 punti, dietro i 55 della McLaren.

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