Red Bull: doppio diffusore? No, ma…

Doppio o non doppio? E’ questo il dilemma che attanaglia paddock ed appassionati dal weekend di Valencia. La Red Bull sul circuito spagnolo andava fortissimo; Vettel aveva ottenuto la pole e stava dominando in tranquillità la corsa, fino a quando l’alternatore è passato a miglior vita. Molti hanno accostato questa ritrovata superiorità della Red Bull a qualche stratagemma aerodinamico (ma circolano anche voci su dubbi borbottii dei Renault, spiegati in parte con il “taglio” di quattro cilindri in frenata per risparmiare carburante a cui, però, nessuno crede…).

In effetti il team austriaco si è presentato a Valencia con un retrotreno profondamente rinnovato (che abbiamo analizzato ampiamente in QUESTO ARTICOLO), soprattutto per quanto riguarda l’aerodinamica, sempre più raffinata e studiata per far funzionare oltre i limiti (fisici e regolamentari…) uno degli elementi più importanti di una vettura di Formula 1: l’estrattore. Pur essendo “piatto” e non “wing”, il fondo delle vetture continua ad essere la parte principale delle monoposto, l’elemento che fa il “miracolo dell’effetto suolo” e tiene incollate le vetture all’asfalto. E’ qui che si genera carico, ed il profilo estrattore è sicuramente “attore protagonista” di quest’effetto.

La nuova veste aerodinamica del retrotreno e le prestazioni eccellenti della vettura, come dicevamo all’inizio, hanno subito attratto l’attenzione di tutti ed è cominciata a circolare la voce che la Red Bull abbia reintrodotto il famoso concetto del “doppio diffusore”, che nel 2009 fece la fortuna della Brawn e di Button. Possiamo tranquillamente dire che di doppio diffusore non si tratta; tale sistema sfruttava delle aperture piuttosto importanti nel fondo, che non sono assolutamente presenti sulla Rb8, per velocizzare i flussi e creare una minore pressione nella zona centrale dell’estrattore, dove invece la pressione si innalza; tale abbassamento contribuiva poi ad aspirare i flussi che provenivano dal fondo piatto, incrementando il suddetto effetto suolo. Quindi per la Rb8 niente doppio diffusore; però…

La nuova veste della Rb8, infatti, ha il suo però. Newey ha messo a punto diversi sistemi per diminuire la pressione al di sopra del diffusore, velocizzando notevolmente l’aria che scorre nella zona, effetto che contribuisce letteralmente ad aspirare l’aria che proviene dal fondo. Vediamo come.


Partiamo dal presupposto che al di sotto della vettura, dove la sezione tra fondo piatto e asfalto è minima, l’aria scorre molto velocemente e ciò genera bassa pressione (“effetto Venturi”); per dirla in due parole care ai progettisti, “ground effect”, effetto suolo. Nella zona dell’estrattore, dove la sezione tra telaio e piano di riferimento aumenta di nuovo, la pressione comincia a risalire, massimizzando l’espansione dell’aria in uscita dal fondo. Il doppio diffusore, per incrementare ulteriormente quest’effetto, veicolava, attraverso delle grosse aperture, l’aria veloce del fondo sul diffusore, nella parte centrale. Si andava a creare, quindi, un “tubo di Venturi” che, “sparando” aria veloce, creava una differenza di pressione tra sopra (bassa) e sotto (alta) e ciò aspirava l’aria proveniente dal fondo, generando grip (VIDEO).

Non potendo praticare buchi, Newey ha conseguito lo stesso effetto in altro modo. Ha innanzitutto canalizzato una notevole quantità d’aria nella parte centrale del diffusore; i tunnel posti al di sotto degli scarichi (indicati dalla “A” nel disegno) sono sdoppiati da un deviatore: una parte viene canalizzata verso il centro; l’altra segue la stessa via ma senza utilizzare condutture, quindi transitando all’interno del cofano e miscelandosi al calore proveniente dal cofano (FOTO). Tale soluzione unisce quindi utile e dilettevole: smaltisce calore (e qui si spiegano forse i guai all’alternatore…) e aiuta il diffusore. La grande quantità d’aria che viene veicolata centralmente (lettera “B”), infatti, sfruttando un’intercapedine tra fondo e trasmissione (FOTO), viene espulsa a grandissima velocità dal foro dell’avviamento ed al di sotto della trasmissione (il diffusore della Rb8 lavora a tutta larghezza, senza interrompersi centralmente), generando bassa pressione ed aspirando i flussi provenienti dal fondo vettura.

Non è finita; carenando semiasse e braccetto inferiore posteriore in un unico profilo di circa 20cm e sfruttando tre flap verticali, si crea un ulteriore “tubo di Venturi” lungo tutta la larghezza del diffusore (FOTO – lettera “C” e “D” nel disegno); anche in questo caso, velocizzando i flussi in uscita, si abbassa la pressione e si contribuisce ulteriormente ad aspirare aria. Quindi si agisce in due zone, centralmente grazie ai tunnel e su tutto il diffusore grazie alle carenature e questa “low pressure” che aspira l’aria dal fondo incrementa notevolmente l’effetto suolo, in quanto velocizza ulteriormente l’aria che scorre al di sotto della vettura.

Questa soluzione ha ovviamente richiesto tantissimo lavoro e tantissime prove, visto che sin da Melbourne Newey ha modificato ad ogni Gp la posizione e lo sfongo dei tunnel che transitano all’interno del corpo macchina. Questa volta, però, sembra che la soluzione abbia prodotto i frutti sperati; se è così, a Silverstone la Red Bull potrebbe tornare a far la differenza e per gli altri sarebbero guai…

 

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