Crash e risse, il saloon di Spa 1998

Se c’è un circuito che affascina gli appassionati di Formula 1 per la sua storia e per le sue curve, quello è sicuramente Spa. E se c’è una gara che rimarrà per sempre impressa nella mente degli appassionati di motori, quella è certamente l’edizione 1998 svoltasi sul circuito dislocato sulle Ardenne.

In quella stagione,  Schumacher e Hakkinen erano gli sfidanti principali per la conquista iridata. Il tedesco, al volante della modesta F300, affrontava il suo circuito preferito alla disperata ricerca di punti mondiali per completare la rimonta nei confronti del finlandese della McLaren.

Pronti via e, subito dopo la prima curva, la megacarambola è servita. Il circuito, bagnato da una fitta pioggia, era pronto a tendere la trappola. David Coulthard, al volante della McLaren, si intraversò in accelerazione andando a picchiare col muso il muretto del breve rettilineo che porta all’Eau Rouge. La sua vettura rimasta in mezzo alla pista diede luogo al più grande autoscontro che la storia della F1 ricordi, coinvolgendo ben 13 vetture. Fu necessaria ben un’ora di tempo per ripulire la pista dai detriti in carbonio delle monoposto che furono anche regalati ai numerosi spettatori presenti nelle vicine tribune da alcuni commissari.

Al secondo start, ancora una volta sotto una pioggia batttente, fu il leader della classifica Hakkinen ad essere coinvolto in un contatto con Herbert, al volante della Stewart, ed a doversi ritirare.

Il comando della gara fu inaspettatamente preso da Damon Hill al volante della Jordan, ma un certo Michael Schumacher era pronto ad aggredire la preda. Al giro numero 8 il tedesco, in uno stato di grazia totale quel giorno, superò senza difficoltà Hill, girando con un ritmo inarrivabile per gli altri.

Il distacco dal pilota inglese aumentava a dismisura e dal muretto Ferrari nessuno osava frenare la cavalcata solitaria di Michael. Ma, a posteriori, sarebbe stato meglio che un ordine dai box fosse arrivato.

Giro 24, Schumacher si appresta a doppiare Coulthard. Lo scozzese della McLaren, avvisato dai box dell’arrivo del tedesco, alza il piede ma rimane in traiettoria. La nuvola d’acqua alzata dalla freccia d’argento impedisce all’alfiere Ferrari di vederne la posizione. E’ un attimo, il botto è inevitabile. Schumacher colpisce con l’anteriore destra il retrotreno della McLaren.

Le facce ai box della rossa sono incredule. Qualcuno pensa che il tedesco, imitando Gilles Villeneuve, proseguirà la gara su tre ruote, ma è solo un pensiero fantastico di un secondo.

La Ferrari numero 3 torna ai box zoppa. Schumacher salta come una furia dall’abitacolo e scuro in volto si dirige verso il box McLaren per farsi giustizia nei confronti di Coulthard. Todt e Domenicali provano ad arrestare la folle corsa del tedesco ma solo l’intervento dei meccanici McLaren impedisce ai due piloti di trasformare l’evento automobilistico in un incontro di box.

Schumacher ritorna mestamente nei box conscio di aver gettato al vento un’occasione d’0ro, mentre in pista un incredulo Hill taglia il traguardo davanti al compagno di squadra Ralf Schumacher, regalando ad Eddie Jordan la prima vittoria della storia della scuderia.

Come sempre, Spa, regala emozioni che nessun altro circuito riesce a dare.

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