Blackberry e Mercedes. F1, BYOD e piloti delle nevi

Ecco come il marchio BlackBerry sta tentando di rilanciarsi nel mercato attraverso la sponsorizzazione del team AMG Mercedes F1.

venturoli

Rosberg_MercedesL’inizio è da casa di marzapane e, preparatevi, perché la favola è lunga. C’era una volta un oggetto strepitoso, dalle potenzialità incredibili e dalle caratteristiche uniche, molto più che un telefono. Non solo faceva meglio tutto quello che facevano gli altri, ma lo faceva più velocemente, con più stile. Questo oggetto faceva cose che noi non potevamo neppure immaginare. Chi possedeva questo strumento lo mostrava orgoglioso alle riunioni di famiglia e ne faceva bella mostra agli amici al bar. Annuiva con un sorriso paziente all’ennesima domanda, alla ennesima richiesta. Erano gli inizi del decennio scorso e BlackBerry era molto più che un cellulare: era uno status symbol, un’attestazione di potere, una palese dimostrazione di necessità business che valeva molto più di mille parole.

Se pensate che BlackBerry rappresentasse allora quello che è un iPhone oggi, ebbene, vi sbagliate. Nato nel 1999 come email pager dalla mente brillante dell’ingegnere Mihalis Lazarides, ben presto BlackBerry era diventato il telefono del businessman, la cui giornata era combattuta fra dozzine di email, importanti telefonate e rapidi scambi di messaggeria. Noi, seconda generazione dei cellulari, lo abbiamo visto in mano ai nostri papà, datori di lavoro e personaggioni del JetSet. BlackBerry, la “mora” del nostro Zanichelli, si è poi rapidamente evoluta in RIM – Research in Motion – ed è divenuta padrona indiscussa del mercato. Era il Marzo 2009 e l’azienda canadese superava quota 20% di marketshare degli smartphone, 1 su 5, un risultato straordinario che si pensava consolidato, impresso nella pietra, inamovibile. E invece.

A metà giugno 2007 negli Stati Uniti arriva una rivoluzione inaspettata da Cupertino, si chiama iPhone e cambia tutte le regole del gioco. A Gennaio 2012, meno di quattro anni dopo, RIM è ginocchio, le sue quote di mercato sono al 5%. Un paio di mesi prima, il 10 ottobre 2011 per l’esattezza, per un disastro tecnologico, il servizio BlackBerry era andato in tilt per tre giorni e tre notti: l’inizio della fine. A gennaio 2013 RIM annuncia la chiusura e al suo posto arriva BlackBerry Limited e con esso un nuovo sistema operativo il BB10, che sbarcherà a marzo su 2 telefoni di nuova generazione fra cui lo Z10, alla cifra non proprio modica di 999$. Ad oggi la quota di mercato di un’azione BlackBerry è circa di 14$. Bentornati ai giorni nostri.

mercedes-rosberg-hamilton-2013Alla presentazione ufficiale del Mercedes Formula One Team, ad inizio febbraio, il logo di BlackBerry campeggiava fiero sulle fiancate e sulle protezioni laterali della testa del pilota delle nuovissime F1 W04 di Lewis Hamilton e Nico Rosberg. L’accordo vale circa 12 Milioni di Dollari all’anno per tre anni e qualifica la compagnia canadese come Official Mobile Computing Partner di Mercedes. All’interno del Team Mercedes le prime reazioni sono più che positive, tanto che c’è chi suppone che un ruolo decisivo per la trattativa sia stato giocato da Nick Fry, la cui posizione all’interno del team tedesco ha conosciuto non pochi alti e bassi ultimamente.

Fino a qui sembra una normale storia di sponsorizzazioni, forse anche di successo, ma le ragioni di questa partnership vanno un po’ più in verticale. Nasce una domanda infatti: perché BlackBerry, una compagnia con notevoli problemi finanziari. ha scelto la Formula 1 e perché proprio Mercedes? La risposta è sfaccettata e proviamo a spiegarla qui.

Una delle principali cause della grande crisi BlackBerry, e che l’entrata in F1 vuole arginare, si chiama BYOD ed è l’acronimo di Bring Your Own Device, ovvero “porta [al lavoro] il tuo dispositivo personale”. Questo fenomeno consente agli impiegati di portare i propri tablet, smartphone e altri device al lavoro e tramite questi connettersi alle reti aziendali per scaricare posta, elaborare dati e trasportare materiali e presentazioni. Dal 2008, anche grazie a Citrix e Intel, questo meccanismo ha di fatto scalzato dalle aziende un gran numero di BlackBerry in favore dei più popolari, flessibili e moderni iPhone e dispositivi Android. In tal senso, la “mora” ha iniziato ad essere percepita, questo dicono i sondaggi, come troppo rigida, poco moderna e sempre meno popolare.

La risposta, Frank Boulben, capo marketing di BlackBerry è stata di tre tipi: ha ordinato alla sua azienda di creare una piattaforma simile a quella di Android (BB10), ha ingaggiato la popolare cantante Alicia Keys come Global Creative Director e ha deciso di comunicare il rinnovamento attraverso la Formula 1. Boulben è ben conscio infatti che, oltre ad essere estremamente popolare ai quattro angoli del mondo, la disciplina porta con sè valori molto forti di tecnologia, ricerca del successo, modernità continuo cambiamento verso il raggiungimento della performance e adattamento costante alle necessità esterne. Insomma, più o meno quello che serve a BlackBerry.

È lo stesso Boulben a dichiarare: “La Formula 1 è ingegneria di precisione, design e innovazione. Tre Valori che rispecchiano l’approccio che abbiamo usato per creare BlackBerry 10. La scelta di collaborare con la AMG Mercedes Formula One Team è stata del tutto naturale e crediamo che che l’essenza del nostro prodotto – ossia tenere la gente connessa in movimento – giungerà a molti livelli attraverso questa partnership”

robert-wickensIn realtà, la scelta di Mercedes come partner per la Formula 1 di BlackBerry potrebbe essere un po’ più verticale di quanto Boulben voglia far credere e potrebbe avere nel payroll il nome di Robert Wickens, pilota canadese classe 1989.

Wickens non è un nome nuovo nel circus della Formula 1: dal GP del Canada era stato terzo pilota della Virgin Racing, debuttando addirittura in pista ad Abu Dhabi al posto di D’Ambrosio. Wickens è ad oggi l’unico canadese a disporre della SuperLicenza necessaria per guidare una F1 ed ha casa, guarda un po’, a 27 chilometri dalla fabbrica di BlackBerry. Bene, e Mercedes? Mercedes c’entra poiché il buon Robert, nel 2012 è entrato a fare parte del Team Mucke MotorSport alla guida di una Mercedes AMG C-Coupè nel campionato DTM, da sempre fucina di grandi talenti per la casa di Stoccarda anche in chiave di tester per la F1.

In questo senso Wickens potrebbe essere la chiave per metter a sistema un po’ di affari, anche economicamente parlando. Se Mercedes decidesse, prima o poi, di portare il pilota nordamericano, accanto fra l’altro ad uno sponsor canadese che potrebbe spostare l’ago della bilancia, in F1, si realizzerebbe una cordata di proporzioni assai importanti. Wickens sarebbe il primo pilota della foglia d’acero dopo Jacques Villeneuve nella massima serie delle ruote scoperte e trascinerebbe con sè una fetta larghissima di popolazione molto legata al motorsport. A BlackBerry tutto questo farebbe assai comodo poiché guadagnerebbe moltissimo in visibilità e si riposizionerebbe, ancora una volta, dalla parte dei giovani talenti. Un bel colpo, per chi cerca conferme, ma soprattutto vendite.

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