Richiesta di boicottaggio per il GP del Bahrain

All’interno del calendario del prossimo anno ci sono nomi che erano a rischio già ben prima del  loro inserimento ufficiale nel programma della stagione 2012. Uno di questi circuiti è quello del Bahrain, saltato nel 2011 per via di forti tumulti, e di nuovo al centro dell’attenzione.

Durante il weekend, il presidente del Gruppo per i diritti umani del Barhain,  Nabeel Rajabha dichiarato che “preferirebbe se il mondo della Formula 1 non prendesse parte all’evento, perchè sono sicuro che ai piloti ed ai team stiano a cuore i diritti umani”.

E’ la richiesta di un boicottaggio in piena regola dovuto al fatto che, sempre secondo il presidente dell’associazione umanitaria Rajab, il Gran Premio non sia altro che una maschera utilizzata dal governo per nascondere il vero volto di un paese ai piedi di un regime repressivo e colpito dalla guerra civile. Infatti le parole del presidente sono chiare: “Se la Formula 1 arriva qui, sta aiutando il governo a dire che è tutto in ordine“.

Oggi sono arrivate le risposte degli organizzatori che hanno garantito che il governo è sempre attento al rispetto dei diritti umani, minimizzando su una possibile cancellazione del Gran Premio: “L’anno scorso, il sovrano del Bahrain ha commissionato un report sulle presunte violazioni dei diritti umani, i cui risultati sono stati pubblicati nel mese di novembre”. Il comunicato prosegue: “Il report ha trovato prove di violazioni dei diritti umani e raccomandazioni specifiche. Il governo ha pienamente riconosciuto i risultati del rapporto e sta agendo rapidamente”.

In via ufficiale il governo ha quindi utilizzato ogni mezzo possibile per garantire i diritti umani basilari, ma è bene ricordarsi che spesso sono gli stessi governi a nascondere parte della verità. E, in questo contesto, Bernie starà incrociando le dita.

 

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