La Red Bull, il fondo, la Fia…

A pochi giorni dall’attesissimo Gp del Canada a tenere banco è il caso Red Bull, con il suo fondo giudicato a posteriori irregolare dalla Fia. Il nostro sport incanta, emoziona, stupisce, ma non è perfetto. E la nota stonata è rappresentata dalle solite beghe regolamentari dovute ad un incertezza e ad una indolenza da far paura.

Le lattine più veloci del mondo hanno sbancato la roulette di Montecarlo con Mark Webber, tra polemiche molto presunte e poco concrete (nessun esposto ufficiale) per un fondo vettura che nella parte posteriore presentava buchi in stile Emmental.

Si è trattata di una mossa del prode Adrian Newey che qualcosa doveva inventarsi . Il geniaccio inglese, in piena crisi di astinenza da invenzioni strampalate, ha pensato di bucherellare il fondo nella parte posteriore con varie aperture. Soluzione che ha fatto subito storcere il naso agli altri team.

Ma questo non vuole essere un articolo contro la Red Bull e Newey, anche se il loro atteggiamento da “furbetti del quartierino”, subito pronti ad aggirare le norme per il puro sfizio di farlo, resta immutato. Rammentiamo, infatti, che la configurazione vista già in Bahrain e Spagna, e presente anche a Montecarlo, non avrebbe portato vantaggi di alcuna sorta ai bibitari. Eppure la Red Bull ha vinto un Gran Premio con una vettura irregolare. Verba volant, scripta manent.

E’ giusto allora usare il ripartitore di frenata, o meglio il ripartitore di critica, dividendo le colpe di questo pasticcio tra la Red Bull e una sonnolenta Federazione. Perchè se è vero che c’è una squadra che ama “osare” per Dna è anche vero che la Fia è stata indecisa e lenta nell’applicare le regole. Per evitare polemiche bastava far chiudere i buchi a Newey già in Bahrain, non tre gare dopo.

Non sarebbe cambiato niente, ma la F1 ne avrebbe guadagnato in serenità e soprattutto in serietà. Il compito dell’ufficio tecnico della Fia dovrebbe essere quello di agire come una suprema corte atta a garantire il rispetto delle norme tecniche col fine di assicurare la legalità del campionato.

La certezza delle norme è il principio basilare per vedere uno spettacolo vero, leale, alla pari. Soltando dopo vengono i sorpassi, le gomme, gli assetti. Perchè in un mondiale così livellato anche una piccola modifica può fare la differenza. Immaginatevi se Rosberg facesse fuoco e fiamme a Montreal con sorpassi in successione e alla vigilia di Valencia la Fia dichiarasse improvvisamente illegale il Drs-Duct.

Ovviamente esageriamo, ma sarebbe un campionato falsato. E questo mondiale spettacolare e vivo, non va nemmeno lontanamente macchiato. La Fia ha dichiarato irregolare il fondo Red Bull per evitare polemiche future e inutili imitazioni. Giustamente Whiting non ha squalificato i Tori ma ha preso una decisione di comodo e totalmente intempestiva.

Resta il fatto che la Red Bull ha totalizzato trentasette punti aggirando la normativa e la Fia ha dato una parvenza di legalità intervenendo a posteriori. Lavandosene totalmente le mani con un atteggiamento alla Ponzio Pilato a tratti imbarazzante.

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