Vettel: “Le parole di Hamilton? Un complimento”

Il tedesco dice la sua sulle parole di Lewis Hamilton che, all’indomani del Gp di Corea, dopo l’ennesima corsa in solitaria, aveva paventato il rischio di un ritorno alla “noia” degli anni di dominio di Michael Schumacher. E sulla forza della sua Red Bull, chiosa: “il vantaggio di oggi non sono i 60 secondi di dieci anni fa. In Corea le Lotus pressavano molto dietro di noi”.

sebastian-vettelSebastian Vettel prova a dimostrarci che, dietro l’incredibile progressione della sua Red Bull dopo la pausa estiva, ci sono degli essere umani, e non dei marziani. Il tedesco, nella tradizionale conferenza stampa che precede il Gran Premio del Giappone, cerca di spiegare di cosa sono frutto le sue straordinarie performance, non ultima quella di Yeongam.

Non è mai facile guidare”, spiega il tre volte campione del mondo di Formula1. “Eravamo stati in Corea già diverse volte e conoscevamo le caratteristiche del tracciato, in particolar modo le condizioni di gara. Dunque abbiamo portato un set-up adatto a contrastare ogni tipo di problema che poteva sorgere, e, alla fine della giostra, questa non è mai una cosa semplice. Abbiamo dovuto spingere molto durante la gara. Le Lotus pressavano dietro di noi. Ovviamente eravamo abbastanza forti da aumentare sempre, almeno un pochino, il nostro vantaggio ma, certamente, a parte forse negli ultimi due giri, non potevo rilassarmi troppo”.

Sul dominio delle ultime quattro gare, Vettel sostiene sia frutto di una vettura ottima sin dall’inizio della stagione, “abbastanza da garantirci sempre buone posizioni in gara. Inoltre, penso che siamo stati davvero forti in qualifica, anche quando all’inizio dell’anno la Mercedes sembrava avere una marcia in più. Credo che non ci sia davvero un motivo per spiegare questi ultimi risultati, non è intervenuta una grossa novità sulla vettura, tale da renderla così veloce. Semplicemente siamo stati in grado di migliorare la macchina nella pausa estiva tanto da arrivare a Spa in condizioni migliori rispetto all’Ungheria. Dopo quella gara, abbiamo di nuovo cercato di migliorare ogni weekend, anche se portando ogni volta piccole novità tecniche. Sono sicuro che anche gli avversari hanno fatto lo stesso, ma forse le nostre intuizioni sono state più rilevanti e hanno reso la macchina più veloce”.

E sulle parole di Lewis Hamilton di qualche giorno fa, sul rischio di una nuova “era di noia” dove a vincere è sempre la stessa vettura, Sebastian ridimensiona il paragone. “Per me è un complimento.. ma penso che si tratti di una situazione molto diversa. Forse c’è stata una sola gara che ha rappresentato un’eccezione.  A Singapore il vantaggio che siamo riusciti a costruire è stato incredibile, due secondi al giro rispetto a chi ci stava dietro. Ma ovviamente dipende da chi ci stava dietro e dalle gomme che montava la sua vettura. Ma, se si considerano gare come quelle della Corea, il vantaggio che abbiamo avuto per tutta la gara è stato tra i 3 e i 6 secondi. Se guardiamo a dieci anni fa, i secondi di vantaggio erano tra i 30 e i 60, che è una grossa differenza”, afferma il tedesco della Red Bull. Che conclude. “Non fraintendentemi: 3 secondi di vantaggio sono un bell’ammortizzatore, ma se fai anche un errore stupido – in Corea, ad esempio, uno spiattellamento delle gomme era assai plausibile- 3 secondi diventano nulla comparati con 30 o 60”.

Sebastian Vettel, a soli 26 anni, potrebbe vincere matematicamente il suo quarto titolo mondiale proprio questo weekend, a Suzuka.

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