Eddie Irvine, la sfortuna ci ha visto benissimo ad un passo dal titolo

Come ben sanno tutti coloro che hanno la passione per i pronostici su portali come casinoonlineaams.com, tante volte lo sport sa regalare delle storie emozionanti, ma in alcuni casi sa essere altrettanto crudele. A volte, infatti, la differenza tra una vittoria e una sconfitta è davvero minima.

A farne le spese in tal senso è stato anche Eddie Irvine, pilota che ha militato in F1 dal 1993 fino al 2002. Per il pilota nordirlandese il debutto arriva guidando una Jordan con motore Hart. Nella prima gara ufficiale, Irvine ha collezionato un sesto posto inaspettato, subito alle spalle del suo compagno di squadra, il brasiliano Barrichello. Alla fine della corsa, però, non arrivano tanto dei riconoscimenti, quanto piuttosto i pugni di uno scatenato quanto infuriato Ayrton Senna, che lo accusò di essere stato ostacolato da Irvine per tutta la gara.

L’arrivo in Ferrari

Irvine restò altre due stagioni nella scuderia della Jordan, ma non riuscì a imporsi in nessuna gara. Un andamento incerto che, però, non gli precluse l’arrivo in Ferrari come seconda guida. Le prime due stagioni alla guida della monoposto rossa non furono esaltanti, ma tutt’altro. In effetti, le prestazioni di Irvine delusero la dirigenza di Maranello a tal punto che ad un certo Mika Salo era dato come favorito per diventare la seconda guida al fianco di Schumacher.

Irvine viene confermato e le sue prestazioni, dopo lo scampato pericolo, riesce a raccogliere un ottimo quarto posto nella classifica generale del 1998. La stagione successiva prende il via con le premesse migliori per il pilota nordirlandese, dal momento che vince la sua prima a Melbourne, in Australia. Quando Schumacher finisce fuori pista a Silverstone, il mondiale per la Ferrari sembra ormai andato. Invece, Irvine si caricò anche per via del suo ruolo di primo piano assegnatogli e vinse sia in Austria che in Germania, sfruttando l’aiuto del finlandese Mika Salo.

Eppure, quell’episodio non fece altro che minare la serenità di Irvine e incrinò i rapporti con la squadra. Le prestazioni di Irvine in pista scesero di livello e la conferma arrivò dal Gran Premio del Nurburgring in Germania. Infatti, rientrando verso i box i meccanici Ferrari commisero un errore clamoroso, perdendo una gomma durante il pit stop. Irvine perse secondi preziosi e probabilmente fu lì che si giocò il titolo Mondiale.

In Malesia, il capolavoro di Schumacher che gli regalò un’incredibile vittoria, non cambiò poi così tanto la storia di Eddie Irvine. Infatti, arrivando con quattro punti di vantaggio su Hakkinen all’ultima gara, sul tracciato di Suzuka le difficoltà cominciarono nell’immediato dopo la partenza. Nelle prove distrugge la sua F399 e deve usare in gara la vettura di riserva. Schumacher non riesce a partire bene e si lascia sfuggire Hakkinen, con il finlandese che vola via verso il suo secondo titolo mondiale di fila e Irvine che terminerà al decimo posto.

Fu probabilmente una delusione che Irvine aveva messo in conto. Consapevole anche del fatto che il suo tempo con la monoposto rossa era ormai agli sgoccioli, decise di trascorrere le ultime tre stagioni della sua carriera con la Jaguar. Poche soddisfazioni in quest’ultima parte della sua carriera da pilota, dal momento che riuscì a conquistare solamente due podi e qualche piazzamento a punti.

Quasi per uno strano scherzo del destino, l’ultima gara di Eddie Irvine fu nello stesso tracciato in cui perse l’occasione di una vita. Stiamo parlando del Giappone e, in modo particolare, di Suzuka. Al termine del 2002, in terra nipponica, Irvine concluse la sua carriera. Certo di aver regalato ai tifosi della Rossa un sogno a dir poco meraviglioso nel 1999, consapevole d’altro canto di non averlo realizzato davvero per un soffio.

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