Monza, emozioni in Pole Position per il GP d’Italia

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Il Gran Premio d’Italia a Monza rappresenta, per la mia vita in Formula 1, un evento al quale ho legato dei bellissimi ricordi. Penso di aver trascorso più giorni  a Monza che al mare, in ferie con la mia famiglia. Dal 1989 al 2007, posso contare più di 300 giorni trascorsi in pista a Monza, tra test e gare!

partenza-monzaL’Autodromo di Monza è un circuito attraente per la sua storia e per le sue caratteristiche tecniche, uno dei più difficili per far andar forte una monoposto di Formula 1. Poche curve, ma tutte maledettamente difficili per trovare un set-up bilanciato, visto il poco carico aerodinamico a disposizione. I quattro rettilinei molto lunghi forzano gli ingegneri a scaricare la vettura per avere poco drag (4-5 km/h in più di velocità massima, arrivano a fare anche più di 1 secondo al giro) con la conseguenza che si rende molto difficile la frenata, il bilancio in curva e la trazione. Dovessi consigliare un assetto, prediligerei una vettura molto sbilanciata aerodinamicamente sul posteriore, dunque con poco carico all’avantreno, per cercare la stabilità in frenata e la trazione, pagando il prezzo d’avere generalmente sottosterzo, che si potrebbe limitare con un assetto meccanico sempre concentrato al posteriore, dunque con una vettura più rigida a rollio al retrotreno, rispetto all’anteriore.

Monza è una pista d’esperienza, sia per gli ingegneri che per i piloti. Ci sono tanti trucchetti che si devono forzatamente conoscere per andar forte. Il pilota ha bisogno di adattarsi e cercare giro dopo giro un limite sempre superiore. La vettura ha bisogno di un assetto particolare per avere la giusta velocità, mentre le gomme devono avere pressioni abbastanza alte per garantire la scorrevolezza. In tutto questo, diventa fondamentale la giusta scelta dei rapporti, per sfruttare tutta la coppia e la potenza del motore.

f1-monzaUna citazione particolare la merita la variante della Roggia, chicane fondamentale per il laptime. La vettura deve entrare con stabilità, senza bloccaggi delle ruote anteriori, in modo che il pilota possa saltare sul primo cordolo e, senza accelerare in mezzo alla curva, la vettura deve puntare a saltare il secondo cordolo, stabilizzandosi su quello d’uscita dove si potrà aprire gas senza scomporre la monoposto. Diventa di fondamentale importanza avere più velocità possibile, anche se poi si accelera un po’ più avanti. Infatti, il rettilineo che porta alla prima di Lesmo è molto breve e, quindi, si perdere molto poco a non accelerare subito, rispetto ad avere velocità in tutta la variante. Gerhard Berger, a suo tempo, era il mago di quella chicane e ci chiedeva vetture stabili e sottosterzanti per poter avere la confidenza di poter letteralmente ballare sopra i cordoli.

Inutile a dirsi: la Ferrari avrà gli occhi puntati addosso a Monza. E dopo il GP del Belgio a Spa, crendo che la Rossa possa avere delle buone carte da giocarsi, in quanto è il suo circuito di casa e, generalmente, il lavoro in galleria per la preparazione aerodinamica della vettura è sempre stato molto puntiglioso. Apro una parentesi a tal riguardo, facendo notare che la configurazione aerodinamica adottata dai vari team è specifica per questa pista: non ci sono altri circuiti in cui possa essere utilizzata. Questo implica che l’utilizzo della galleria del vento per studiare la “Configurazione Monza” è alquanto inefficace, perché sarebbero ore dedicate ad un solo circuito. Aggiungo inoltre che, ormai, l’effetto degli scarichi è diventato fondamentale e variando così tanto l’assetto aerodinamico, potrebbero essere delle belle sorprese. Tenete presente queste ultime due considerazioni, perché potrebbero cambiare le carte in tavola.

La Red Bull sarà un osso duro da battere, ma la Ferrari può sfruttare il loro punto debole: la non brillante velocità di punta. La Mercedes, invece, la vedo ancora come l’outsider di lusso a Monza, mentre penso che tornerà a risultare molto più pericolosa nelle prossime gare in calendario.

MONZA (ITALIA) - 07/09/2012 © FOTO ERCOLE COLOMBOInfine, una nota su Fernando Alonso. Lo stato d’animo del pilota spagnolo sembra agitato e, stando alle dichiarazioni, anche in discordanza con la squadra. Posso capire che Alonso pretenda una vettura vincente e che quindi spinga e pretenda una Ferrari al livello della Red Bull, ma non capisco completamente il suo comportamento. E’ un pilota eccellente, in grado di fare delle gare come nessun altro pilota. Intelligente, furbo, capace di capire in maniera sopraffina qualsiasi situazione di gara e poterne trarre beneficio per il risultato finale. In macchina è un pilota che sa trarre il meglio di sé.

Ecco, io consiglierei a Fernando di cercare di capire come fa ad ottenere tutto questo quando guida, perché se potesse comportarsi allo stesso modo fuori dalla macchina, sarebbe il numero 1 indiscusso e vincente. Vedete, quando un pilota è in macchina e guida al limite non ha il tempo di poter pensare a quel futuro che tanto ambisce o al passato che svanisce. Ha solo la possibilità di pensare al singolo istante in cui vive, intuendo qual è il punto di staccata al limite, quando iniziare a sterzare, quando ricominciare ad accelerare. Solo così riesce ad esprimere tutto il proprio talento.

Il talento è un’espressione dell’incoscio, la competenza conscia ci permette di avere la tranquillità per poter accedere all’inconscio. Quando si vive il presente, svaniscono ansie e paure. Tutti noi lo possiamo sperimentare e non serve guidare una Formula 1. I piloti sono costretti a vivere il presente, perché sono in costante pericolo (c’è una grande differenza tra pericolo e paura), perché stanno vivendo la passione e sono in uno stato pieno di risorsa.

Ecco, suggerirei a Fernando di “continuare a guidare” anche fuori dalla macchina, in modo da vivere il percorso che porterebbe – passo dopo passo – alla creazione di una vettura e di una squadra più forte. Caro Fernando, la Ferrari è la tua più grande risorsa, guidala come fossi in macchina, perché potresti ricreare la magia di tanti anni vincenti avuti nel recente passato. E nel momento che ti sarà chiaro che è il viaggio a renderci felici, e non la meta, allora – grazie al tuo talento – potrai soddisfare la tua ambizione.

Un caro saluto a tutti e… Buon GP d’Italia.
Avanti tutta!

Luigi Mazzola

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